A proposito di femminicidi
Le mie opere hanno sempre indagato l'essere umano con le sue passioni e le sue fragilità. In particolare mi sono dedicata all'universo femminile perché sentivo il peso opprimente della disparità di genere. Era una necessità, ma ultimamente è diventato un dovere perché i fatti di cronaca non mi permettono di girare altrove lo sguardo. Ho dedicato alcuni lavori alle vittime di femminicidio.

Titolo: Finché morte non ci separi.
Tecnica: Olio su sacco della spazzatura.
Pensando a tutte le donne "smaltite" nei sacchi della spazzatura dopo essere state uccise dai propri mariti, l'opera raffigura il volto di una donna impresso nel sacco che a sua volta le avvolge la testa come un velo da sposa.


Titolo: Per sempre mia.
Tecnica: olio su tela, corteccia d'albero
L’opera ripensa al femminicidio di una ragazza diciannovenne. Sembra che l’ex fidanzato, nonché assassino, avesse inciso sul proprio petto con un cutter il nome della ragazza.
Spesso nei femminicidi l’uomo non accetta la fine di un amore e si rifiuta di vedere la “sua” donna con un altro. Preferisce allora ucciderla affinché rimanga sua per sempre.

Titolo: Fil rouge
Tecnica: Olio e acrilico su carta, fotografie, tavola anatomica
Come in una surreale indagine poliziesca, il filo rosso collega i corpi senza volto, delle donne ammazzate, all’apparato circolatorio di un corpo maschile. A volte si ha la sensazione che la società ritenga i femminicidi l'inevitabile effetto dell'istinto maschile, qualcosa che fa parte della sua natura, del suo DNA. I fili rossi diventano quindi vasi sanguigni, un intreccio di vene e arterie irrecidibili. Ma non c’è niente di genetico nei femminicidi, c’è solo una società che non si sforza di cambiare.


Titolo: Atterrate/Sotterrate
Tecnica: Olio su carta e collage
Nascere (arrivare sulla Terra, atterrare) e morire (il vaso cinerario). Queste opere alludono anche al femminicidio della tredicenne buttata giù dal settimo piano, che tra l'altro si chiamava Aurora ed era all'alba della sua vita. Si tratta del femminicidio della donna italiana più giovane che sia mai avvenuto.



In alto:
Titolo: To born or tu burn?
Tecnica: Argilla dipinta con vernice acrilica, griglia
L’opera ripensa ad un recente femminicidio in cui l’assassino ha ucciso la compagna incinta di sette mesi tentando poi di bruciarne il cadavere.
Omaggio ai misteriosi idoli femminili cicladici tanto venerati. E' probabile che queste statuine fossero posizionate sdraiate orizzontalmente.
Una delle tante interpretazioni ipotizza che le braccia conserte in grembo delle statue stiano proteggendo la gravidanza.
A sinistra: Idola (olio su tela) A destra: idolo cicladico 2500 c. A.C.

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